Fedeli e Ribelli

Fedeli e Ribelli

Il 17 aprile, è andato in onda alle ore 21.30 su Rai Storia un documentario sulle Aquile randagie, gli scout che fecero la Resistenza.


Sono trascorsi 70 anni da quello storico annuncio di “liberazione” che segnò l’inizio di una nuova fase nazionale dopo gli anni bui dell’occupazione nazi-fascista: in questa storia di Resistenza troviamo anche quei giovani scout, le Aquile randagie, che durante il fascismo tennero vivo in clandestinità lo scautismo tra Milano, Como, Parma e Monza, messo fuori legge dal regime di Mussolini.

È il 9 gennaio 1927: Mussolini decreta lo scioglimento dei Reparti scout nei centri inferiori ai 20.000 abitanti e obbliga ad apporre, ai restanti, le inziali ONB (Opera Nazionale Balilla) sulle proprie insegne. Il 24 gennaio Pio XI scioglie egli stesso i Reparti ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) citando Re Davide:

Se dobbiamo morire sia per mano vostra, o Signore, piuttosto che per mano degli uomini

Poco più di un anno dopo (9 aprile 1928), il decreto n. 696 firmato da Mussolini e dal Re, dichiara soppresso lo scautismo in Italia.

Nascono così le Aquile randagie, definite in seguito da don Andrea Ghetti (Baden):

Il movimento scautistico clandestino nella mentalità di Kelly (Giulio Cesare Uccellini, ndr) aveva un duplice scopo: mantenere l’idea di personalità, di libertà, di autonomia, di fraternità e preparare i quadri per il momento della ricostruzione, avere una forza propria di resistenza ideologica per impedire ai giovani di accettare una sola visuale della vita, della storia, della politica. Il valore di questo sta nel fatto che furono dei ragazzi a dire NO al fascismo, quando tutti si piegavano nonostante le denunce con interrogatori alle sedi fasciste e alla Questura, ma il nostro NO rimaneva intatto

Una ventina di iscritti per il primo gruppo cattolico antifascista che diede inizio al periodo della “Giungla Silente”: senza sede, le informazioni su riunioni e uscite – ovviamente senza data e firma – sono lasciate in alcuni monumenti intorno a piazza del Duomo.

Con il proclama di armistizio dell’8 settembre 1943, inizia una nuova fase per le Aquile randagie: nasce l’OSCAR (Opera Scautistica Cattolica Aiuto Ricercati), con l’obiettivo di trarre in salvo chiunque fosse ricercato dai nazi-fascisti, tra cui ex prigionieri, ebrei, giovani renitenti alla leva e perseguitati. L’attività dell’OSCAR si riassume in 2.166 espatri clandestini (tra i quali quello di Indro Montanelli), 500 preallarmi, 3.000 documenti falsi e una spesa di 10 milioni di lire di quel tempo.

Lo spirito di servizio e le parole della Promessa (aiutare gli altri in ogni circostanza, ndr) sono le basi che diedero vita a questa iniziativa, attivamente inserita nel movimento di liberazione.

Purtroppo le risposte non si fecero attendere: le S.S. iniziarono la caccia all’uomo. Ci sono i primi arresti, le torture e le esecuzioni. Tenuto conto del modesto numero dei componenti dell’OSCAR il tributo è alto: arresto di don Enrico Bigatti e don Giovanni Barbareschi, fucilazione di Carlo Bianchi a Fossoli, uccisione di Peppino Candiani (19 anni) al confine italo-svizzero durante un espatrio, morte di Teresio Olivelli nel campo di concentramento di Hersbruck, morte di Rolando Petrini a Gusen, morte di Franco Rovida a Mauthausen, fucilazione di Nino Verri, ordine di cattura per Baden con disposizione di sparare a vista, ordine di cattura per don Aurelio Giussani.

Pochi giorni dopo l’attesa liberazione, inizia il periodo della ricostruzione dell’ASCI: il 1944 coincise con l’immediata ripresa delle attività scout.

E la strada continua…