Una veglia… coraggiosa
9 agosto 2014 – Scende la sera e si accendono le luci del palco centrale di San Rossore.
I 30.000 scout attendono l’inizio della veglia, tra curiosità e stanchezza: conoscono solo l’argomento principale, l’Apocalisse – tema portante della Route nazionale – ma non la scaletta e neanche i possibili ospiti.
Per i Rover e le Scolte dell’Agesci è tempo di vegliare!
La veglia è una sosta lungo la strada: dona riposo dalla fatica e rigenera nel silenzio della notte.
Nella tradizione scout, si veglia alle stelle, verificando se stessi in comunione con il Creato; si condivide il proprio percorso di crescita con la propria comunità, confrontandosi su temi attinenti la quotidianità; ci si prepara alla Promessa con la Veglia d’Armi, come il cavaliere prima della propria investitura.
Sulle Strade di Coraggio i giovani scout in Route Nazionale arrestano i propri passi per una tappa significativa del loro cammino.
I volti coraggiosi, che hanno speso tutta la loro vita per un mondo migliore, colorano il maxischermo: Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King, Nelson Mandela insieme a Peppino Impastato, Padre Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri.
Federico Taddia, conduttore televisivo e radiofonico, apre la serata e presenta il rapper Francesco Di Gesù, in arte Frankie Hi-nrg MC, e la sua Quelli che benpensano: tutti in piedi e mani al cielo a ritmo di musica.
La prima esibizione lascia tutti senza fiato: Simona Atzori, artista e ballerina nata senza braccia, incanta il pubblico con i suoi movimenti “sulle punte” e il suo sorriso contagioso. «Ringrazio il Signore per avermi disegnata esattamente così. Il mio grazie quotidiano è cercare di rendere questa mia vita un capolavoro, come Lui ha voluto che fosse» le sue parole sono sincere e Simona appare disinvolta nel parlare al microfono, tenuto tra le dita del piede destro. La standing ovation dei 30.000 suona come un “grazie” sincero per il coraggio che l’artista milanese dimostra e condivide con la giovane platea.
È il turno di un esploratore italiano, diventato famoso al pubblico per le sue imprese estreme: Alex Bellini.
Barba lunga e fisico scolpito, racconta della sua traversata dell’Oceano Pacifico a remi in solitaria; una prova ai limiti della sopravvivenza che lo mette a dura prova, non solo fisicamente. Mostra il video del suo momento più critico dell’impresa, tra lacrime, disperazione e quella “connessione telepatica” – che poi diventerà telefonica – con la moglie che lo sprona a tentare ancora, a continuare senza desistere, senza mai mollare.
Frankie torna sul palco; questa volta niente musica, solo parole.
Ricorda la storia di Rosa Parks, attivista statunitense figura-simbolo del movimento per i diritti civili, famosa per aver rifiutato, negli anni cinquanta, di cedere il posto su un autobus a un bianco (lo stesso autobus e lo stesso posto sul quale è salito e si è seduto anche il Presidente Barack Obama solo qualche anno fa). Mostra poi la foto che ritrare Keshia Thomas, afro-americana, difendere con coraggio un membro del Ku Klux Klan dal pestaggio. «La memoria collettiva è fondamentale se si vuole il cambiamento!» urla il rapper italiano.
Calcano il palcoscenico artisti come i Bamboo che suonano oggetti di riciclo al posto di strumenti tradizionali: phon, aspirapolvere, tubi, bidoni dell’immondizia, segnali stradali, pentole… al ritmo dilagante di musiche originali.
Un lungo applauso accoglie due sorelle ebree scampate, da bambine, al genocidio nazista dal campo di concentramento di Auschwitz: si percepisce commozione tra i giovani, composti in un assordante silenzio.
Un boato risuona quando è Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, a salutare, con un video, i 30.000 ragazzi: racconta la sua breve esperienza come scout – e noi del 121 lo sappiamo bene visto che ha portato al collo il nostro fazzolettone, i nostri colori – e accenna la sua canzone Coraggio.
Seguono altri contributi video: Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, e Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, spiegano e ribadiscono il significato che ha per loro la parola “coraggio”.
La serata segue una scaletta precisa fino alla fine, quando i Rover e le Scolte si alzano nel silenzio della notte e ritornano verso le loro tende: la veglia continua insieme alla propria comunità di appartenenza, insieme ai propri amici e compagni di strada. Lungo la strada che percorre tutto il campo, fiaccole, croci di legno e tanti sacerdoti pronti a confessare. Vegliare per uno scout è una tappa che presuppone una nuova partenza, un nuovo inizio. Scende la notte e si spengono le luci del palco centrale di San Rossore. Rimangono solo le stelle ad illuminare il cammino di tanti ragazzi. Affaticati, infreddoliti ma felici. E decisamente coraggiosi.
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